Con l’ordinanza in esame, il Giudice civile di Trapani dichiarava l’illegittimità di un provvedimento disposto dalla Pubblica Amministrazione con il quale veniva sequestrata una struttura ricettiva all’aperto, destinata alla sosta e al soggiorno occasionale e temporaneo di turisti.
La decisione, giunta all’esito di un ricorso ex art. 700 c.p.c., è connotata, oltre che dal carattere d’urgenza, anche da una funzione anticipatoria rispetto alla successiva fase di merito. Tale vaglio ha portato il Giudice ad accogliere in toto le tesi difensive prospettate e ad annullare il sequestro, oltre che per la presenza di diverse irregolarità processuali nell’ iter sanzionatorio, anche per l’infondatezza – nel merito – delle ragioni sottostanti all’emanazione del provvedimento.
In particolare, applicando una legge regionale, il Giudice ha escluso che le case mobili collocate nell’area sequestrata dovessero essere munite di titolo autorizzativo vista la loro natura precaria, desunta dalla presenza di meccanismi di rotazione e dalla rimovibilità degli allacciamenti alle reti tecnologiche.
Dopo aver valutato la sussistenza del fumus boni iuris nei termini di cui sopra, il Giudice ha altresì ritenuto che il sequestro illegittimamente disposto dalla Pubblica Amministrazione avesse determinato un pericolo imminente ed irreparabile alla Società destinataria dello stesso.
In particolare, facendo specifica menzione dei danni economici che un ulteriore blocco dell’attività connesse all’utilizzo dell’area sequestrata avrebbe potuto arrecare alla Società e ai dipendenti della stessa, accoglieva il ricorso e annullava il sequestro così da garantire il proseguimento dell’attività economica.
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