La Parola alle difese - Studio Legale Magaddino

La Parola alle difese

La parola alle difese
Da Rino Giacalone
16 Aprile 2021

Processo contro i presunti falsi testi del delitto Rostagno: ieri le prime arringhe.
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Ha depositato invece una procura speciale con la quale rinuncia alla prescrizione un altro imputato, il luogotenente della Guardia di Finanza Angelo Voza. Il pm Morri aveva chiesto per lui l’assoluzione, richiesta alla quale si è accodato il difensore di Voza, l’avv. Andrea Magaddino, discutendo anche lui ieri dinanzi al giudice Nodari. Ma Voza ha voluto mettere per iscritto la rinuncia alla prescrizione per ottenere una assoluzione piena, come ha spiegato il suo difensore. Voza è stato uno degli investigatori di punta della pg in quegli anni in cui a Trapani si sosteneva l’inesistenza della mafia. E’ stato tra l’altro tra gli investigatori scelti dal pm Carlo Palermo quando arrivò a Trapani nel 1985. Voza fu anche firmatario del rapporto investigativo che portò al processo per la massoneria segreta Iside 2 di Trapani, scoperta nel 1986. Conosceva bene Rostagno e Voza ha sollecitato alla parte civile la sua citazione nel processo in Corte di Assise per venire a raccontare di quando fu testimone delle minacce rivolte a Rostagno da parte del capo mafia di Mazara Mariano Agate. Tutto si aspettava fuorché vedersi finire tra i presunti falsi testi, per quella circostanza che vede coinvolto il giornalista Vassallo. Secondo i giudici se Voza non ha taciuto sulle minacce di Agate, lo avrebbe fatto non dicendo che Rostagno si era rivolto a lui per riferire delle minacce indirette di Placenza raccolte da Vassallo. “L’odierno processo -ha sostenuto l’avv. Magaddino – ha dimostrato che non esiste alcun elemento idoneo a dimostrare che il Voza potesse essere a conoscenza delle minacce proferite dal Piacenza all’indirizzo di Rostagno e che, di conseguenza, la testimonianza fornita alla Corte di Assise di Trapani possa qualificarsi come falsa o reticente”. Accorata la difesa di Magaddino: “La contestazione mossa al Voza rischia di macchiare come un’onta indelebile, da un lato la sua immagine pubblica, prima contraddistinta dall’appartenenza alla Guardia di Finanza e da una carriera costellata da anni di successi nella lotta alla criminalità organizzata e, dall’altro, di minarne la sfera degli affetti e il ricordo di un leale rapporto che per anni lo ha legato a Mauro Rostagno”. In verità anche il giudizio della Corte di Assise era stato lusinghero, qualificandolo come “uno dei militari della Guardia di Finanza più impegnati nelle indagini successive alla perquisizione del Centro Scontrino”. Il legale ha ricordato che gli indagati del processo Iside 2 parlavano di Voza indicandolo ,come uno che “aveva rotto le scatole”. Insomma una persona dalla quale è difficile e improbabile attendersi una falsa testimonianza.

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